La digitalizzazione della PA è un obiettivo importante e riconosciuto a livello europeo, dove si concepisce la trasformazione digitale come uno dei punti cardine della strategia per rilanciare l’economia del continente. È per questo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano dedica investimenti a tecnologie e processi digitali. Parte dei fondi, oltretutto, sono specificatamente pensati per la Pubblica Amministrazione e per i progetti che rientrano in quanto previsto dalla Missione del PNRR: “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”.
Nasce così Italia Digitale 2026, che raccoglie gli obiettivi posti per i prossimi anni, che si sviluppano lungo due assi principali: la connettività a banda ultra larga e la trasformazione dell’Amministrazione Pubblica in chiave digitale. Tutto ciò attraverso bandi e finanziamenti, che permetteranno alla PA di avviare il processo di trasformazione. Questo impegno parte dalla consapevolezza che il digitale è uno strumento per aumentare l’accessibilità ai servizi, migliorare la qualità della vita delle persone, ma anche ottimizzare i processi pubblici e offrire servizi più efficienti e di valore.
I fondi del PNRR e chi gestisce il processo di sviluppo
Il 27% di Italia Domani è dedicato alla transizione digitale, per un totale che supera i 6 miliardi di investimenti per la digitalizzazione della PA. La gestione dei progetti era stata affidata al Ministro per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale, ora non più presente nella nuova struttura del Governo. La responsabilità è così passata al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oltre che al Dipartimento, in alcuni casi è possibile che la gestione degli interventi sia affidata anche ad altri soggetti istituzionali, specificatamente selezionati come attuatori ideali.
Cosa ci si aspetta nel settore pubblico
All’interno della missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” c’è una specifica sezione dedicata alla “Digitalizzazione PA”, che prevede investimenti in diversi ambiti e settori, con l’obiettivo di rendere la Pubblica Amministrazione più semplice per cittadini e imprese. Si dovrebbero ridurre tempi e costi, ma anche creare nuovi posti di lavoro.
Gli investimenti previsti riguardano, da un lato l’infrastruttura, favorendo la migrazione al Cloud, dall’altro lo sviluppo di servizi digitali. Non si parla solo di pagamenti elettronici, ma di una vera e propria digitalizzazione di processi e procedure, ampliando al contempo l’offerta ai cittadini.
Il PNRR prevede un investimento specifico per lo sviluppo di servizi digitali più semplici, accessibili ed efficienti. L’obiettivo è quello di migliorare l’esperienza degli utenti, assicurare un’adozione diffusa dei nuovi modelli e arrivare, entro il 2026, ad avere una media di 50 servizi digitali per i Comuni e 20 per le Regioni. Un traguardo ambizioso, che ha visto l’integrazione di altri 350 milioni di finanziamenti dal Piano Complementare.
In aggiunta, è necessario prevedere progetti per lo sviluppo delle competenze digitali, con lo scopo di prevenire i problemi derivanti dalla possibile “esclusione digitale”. L’idea è quella di creare una rete di “Centri di facilitazione digitale”, sfruttando anche soluzioni già in uso, come i bandi per il Servizio Civile.
Digitalizzare il settore sociosanitario: perchè scegliere la cartella sociale informatizzata
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